Chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te

 

Friedrich Wilhelm Nietzsche (1844 – 1900),

Aldilà del Bene e del Male (traduzione di Ferruccio Masini, Adelphi, 1977).

 

 

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#54

 

IL SERPENTE E L’ARCOBALENO

 

 

1.

 

 

            Il sole è sorto da un pezzo su Londra e le creature che la infestano durante la notte (e non sono poche) riposano in attesa di tornare a manifestarsi.

            La donna dai lunghi capelli di un colore a metà tra il biondo e il rosso attraversa l’atrio dell’ospedale con falcate decise e sicure fermandosi alla reception.

-Sto cercando la stanza di Charles Seward.- chiede.

-Seward…. Seward…non è quel paziente che…-

            Prima che la receptionist finisca di parlare, una voce maschile echeggia alle spalle della donna:

-Danielle… sei proprio tu?-

            La ragazza si volta di scatto e se è sorpresa di vedere il medico dai capelli neri non lo dà a vedere.

-Ciao, John.- lo saluta –Ti trovo bene.-

-Uh… grazie. Sei venuta per…-

-Charles, sì. Posso vederlo?-

-Io… ti accompagno da lui, seguimi.-

            Il giovane medico la porta sino agli ascensori e poi, una volta arrivati ad uno dei piani seminterrati, la guida lungo un corridoio sino a una stanza dove su un lettino giace un uomo coperto da un lenzuolo.

-È morto stanotte, mi spiace.-

            Dal volto della ragazza non traspare alcuna apparente emozione ma abbassa la testa e si morde le labbra.

-Avrei dovuto arrivare prima.- si limita a dire.

            Senza chiedere niente solleva il lenzuolo e contempla il volto di un uomo biondo dell’apparente età di poco più di trent’anni dal volto pallido.

-Charles.- mormora, poi lascia cadere il lenzuolo e si rivolge al medico -Come è morto?-

            L’altro sembra a disagio mentre risponde:

-Beh… lui…-

            Non può dire altro perché nella sala entrano tre uomini che portano con se delle valigette.

-Noi siamo pronti dottore.- dice uno di loro.-

-Pronti a cosa?- chiede la ragazza

-Mi scusi, Miss…- risponde l’uomo -… ma siamo della Polizia Metropolitana e questa cosa non la riguarda.-

-Mi riguarda eccome.- replica dura, la ragazza –Mi chiamo Danielle Seward. Quest’uomo era mio fratello e nessuno lo toccherà senza la mia autorizzazione.-

 

            Quando Frank Drake apre la porta della villa che fu di Quincy Harker il suo amico Taj Nital lo guarda sbalordito.

-Sì, Taj… sono proprio io.- dice Frank abbozzando un sorriso.

            Le mani del gigantesco Indiano si muovono veloci. Taj è muto da quando un vampiro gli ha reciso le corde vocali ma sa farsi capire benissimo col linguaggio dei segni.

-Come ho fatto a tornare?- traduce ad alta voce Frank –Onestamente è una cosa complicata,-

            Nel modo più sintetico possibile Drake racconta all’amico come un incantesimo di Victoria Bentley abbia agito su Dracula ritrasformandolo in lui non appena è sorta l’alba.[1]

-Ci sono tante domande ancora senza risposta.- dice infine –Che fine ha fatto Hannibal King? Lui ed io siamo stati fusi insieme dal demone Y’Garon per far risorgere Dracula.[2] Perché non è tornato indietro anche lui? Questo vuol dire che al calar del sole Dracula tornerà? In questo caso dovrai aiutarmi Taj… impedire che il mio antenato torni a fare del male. Ma ora non voglio pensarci… accompagnami da mio figlio: voglio vederlo.-

            Si sforza di essere normale ma Taj sente la sua paura e la comprende. Se davvero Dracula dovesse tornare lui riuscirà ad ucciderlo sapendo che potrebbe voler dire uccidere anche Frank?

 

            In un altro tempo e in un altro luogo il cacciatore di vampiri chiamato Blade, la sua attuale compagna Donna Garth, l’archeologo Wayne Logan, la giornalista Rebecca Adamson, suo fratello Jason, la Regina Voodoo di New Orleans Marie Laveau e i loro due strani accompagnatori, un golem e uno zombie, sono passati attraverso il Triangolo delle Bermude per ritrovarsi nel lontano passato in mezzo ai dinosauri ed altri pericoli più insidiosi.

-Sta arrivando.- afferma Marie.

            Il rumore che proviene dalla grotta che hanno appena lasciato conferma le parole della strega: qualcosa si muove, ma è un essere di questo mondo o qualcosa di molto peggio?

            Blade ha già affrontato molte minacce soprannaturali ed è sopravvissuto per raccontarlo, ma aveva a disposizione armi adatte o compagni dotati dei giusti poteri e qui non c’è nulla di tutto questo.

-Che facciamo?- chiede Rebecca Adamson.

-Ce ne andiamo alla svelta.- replica Blade –Non voglio essere qui quando qualunque cosa ci sia lì dentro uscirà all’aperto.-

            Non che servirà a molto se deciderà di dar loro la caccia.

 

 

2.

 

 

            È pomeriggio inoltrato quando Simon Stroud entra a New Scotland Yard. Durante il breve viaggio in ascensore ha il tempo di riflettere su ciò che gli sta succedendo. Non è la prima volta che si sveglia tardi al mattino ultimamente ed è strano per lui. C’è qualcosa che non va, ma se cerca di pensarci si sente confuso.

            Il pensiero si è già allontanato mentre entra negli uffici della Squadra Antivampiro e percepisce una certa agitazione.

-Ciao, bello.- lo saluta l’ispettore detective Constance Johanssen, esperta in crimini magici temporaneamente prestata all’unità che dà la caccia a Dracula.

La donna, capelli biondi e corti, occhi azzurri e penetranti, ha la reputazione di una indisciplinata combina guai… abbastanza meritata sembra.

-Che sta succedendo?-

-Qualche piccolo inconveniente.- risponde Constance –La vedi quella bella ragazza nell’ufficio di Chelm?-

            Indica una giovane donna dai capelli rossicci che attraverso la porta a vetri dell’ufficio del capo della squadra può essere vista discutere con lui.

-Chi è?- chiede lui.

            Prima che la poliziotta possa rispondere, la donna esce a passo di carica dall’ufficio e quasi urta Stroud che si scosta appena in tempo.

-Ehi!- esclama lui.

            Johanssen sorride.

-Come ti stavo dicendo, è la sorella del nostro defunto patologo, il Dottor Seward. Stamani ci ha impedito di fare al fratello il solito trattamento che si usa coi morti di vampirismo. Sai, la solita storia: taglio della testa, aglio, cremazione. A quanto pare ha ottenuto un’inibitoria dal Tribunale.-

-Ma lo sa cosa succederà tra due notti se non lo facciamo?-

-Se lo sa… e credo che Chelm glielo abbia detto… o non ci crede o non le importa che suo fratello diventi un vampiro.-

-Beh… nemmeno io ci avrei creduto sino a qualche anno fa. Non la biasimo. Piuttosto… aveva qualcosa di familiare.-

-Scommetto che lo dici di tutte quelle con belle tette, un bel sedere, un vestito da infarto… e che non portano le mutandine.-

No… non è questo che… aspetta un momento: come fai a sapere che non porta le mutandine?-

-Fidati: sono un’esperta… e poi bastava guardare la faccia di Chelm dopo che si è seduta. Quella donna ama provocare… mi chiedo perché.-

            Me lo chiedo anch’io, pensa Stroud.

 

            Nella sua casa di Whitby Lilith Dracula contempla le onde che si infrangono sulla scogliera e riflette. Il ritorno di suo padre è un vero problema: si è risvegliata in lei l’ansia di ucciderlo, colpa dell’antica maledizione che l’ha resa vampira. Accade quando sono troppo vicini e comincia ad ottundere la sua capacità di autocontrollo. Indebolendo anche la sua presa sui vampiri. Può sentire la voglia di ribellione di alcuni di loro crescere ogni giorno di più.

            Ha bisogno di alleati e sa dove trovarli. Sarà un lungo viaggio ma non vede alternative.

            Pochi istanti dopo un pipistrello si staglia contro la sagoma della luna appena sorta.

 

            Frank Drake siede sul suo letto e attende. Ha paura di ciò che può accadere ma non può evitarlo.

“Non puoi tenermi prigioniero per sempre, discendente degenere. Presto Dracula sarà libero.”

“Non dargli retta, Frank, insieme possiamo trattenerlo.”

“Silenzio, King, parodia di un vampiro, tu non hai la forza di opporti a Dracula”

-BASTA!- urla Frank cadendo sul letto e portandosi le mani al volto,

            La testa gli pulsa e le mani bruciano, il suo intero corpo è scosso da tremiti mentre la luna si alza alta nel cielo irradiandolo.

            Un altro urlo, poi sul letto non c’è più Frank Drake ma un uomo magro ed alto dai capelli i e baffi corvini ed il naso aquilino, che veste abiti ottocenteschi.

-Lo avevo detto che tu e Hannibal King non potevate trattenermi a lungo, nipote. Ora Dracula è libero, finalmente.- dice.

            Con un balzo è giù dal letto e si precipita alla finestra… a cui è appeso un crocefisso.

-NO!- urla il vampiro.

            Freneticamente si precipita alla porta, solo per trovarci appeso dell’aglio, che inibisce i suoi poteri mutaforma e gli impedisce di attraversarla.

-Maledetto!- urla un frustrato Dracula –Ma non mi fermerai. Io mi libererò, mi senti Drake, mi senti?-

            Ma non gli arriva alcuna risposta.

 

 

3.

 

 

Salisgraveshire, Scozia nord occidentale. Il paese oggi chiamato Cape Cliff giace sull’estrema costa dell’isola britannica, a ridosso di un precipizio naturale battuto dalle più feroci e gelide correnti che il mare del nord possa offrire. I suoi abitanti sono i più collaudati pescatori, ed imparano fin da piccoli che ogni cosa che venga dalla terra o dal mare è un dono prezioso, conquistato solo perché ti è permesso da una madre natura tutt’altro che remissiva. Sono gente rude come tutti i veri scozzesi, degni eredi dei barbari ma fieri Pitti e dei pirati Scoti

Da duemila anni, Cape Cliff è un paese riservato, ostile agli estranei, che solo periodicamente ammette nuovo sangue giusto quanto basta per prevenire la degenerazione della prole. Sotto molti punti di vista è rimasta ferma al feudalesimo o ad ancora prima. I suoi affari, infatti, sono ancora oggi vigilati, nel bene e nel male, da un’unica, continua dinastia che per solidità farebbe l’invidia di qualunque famiglia regnante, una dinastia che aveva dato il proprio nome alla contea. Certo: a Cape Cliff ci sono tutti i segni del XXI Secolo, compresa una connessione Internet a banda larga, un ufficio postale ed una stazione di Polizia sotto la formale autorità del Comando Nord del Servizio di Polizia di Scozia, ma per certi affari gli abitanti di Cape Cliff preferiscono ancora rivolgersi al Conte

Fin da tempi di cui si è persa la memoria, i Salisgrave vigilano dall’alto del loro castello, una struttura come nessuna, che nei secoli ha subito dei cambiamenti ma in sostanza è sempre rimasta una fortezza scavata nella roccia viva della costiera, dotata di un proprio faro e porto, l’unico punto d’accesso dal mare, nelle epoche in cui non c’erano che le barche per coprire le lunghe distanze.

Occorre anche dire che i Salisgrave non sono mai stati dei semplici nobili, bensì dei maghi… una vera e propria dinastia di stregoni eredi dell’antica sapienza druidica e di altre molto più antiche, che affondava le proprie origini in ere oltre la storia conosciuta dell’Uomo. Qualcuno dice che le tre sorelle streghe che portarono alla perdizione Macbeth appartenessero alla loro stirpe e che ancora prima uno di loro fosse Mago Di Corte del vecchio e sfortunato Re Lear ma è solo una leggenda perché Macbeth non ha mai incontrato le Tre Streghe e Re Lear non è mai esistito… non è forse vero?

L’attuale portatore del titolo di Signore del luogo è un uomo alto, atletico, i capelli neri e lunghi su una carnagione forgiata dal mare, che indossa un severo abito nero, azzurro e verde, i colori della casata, coronato da una corta mantellina che arriva sotto le spalle. Sir Victor Salisgrave, Cavaliere dell’Ordine della Giarrettiera e dell’Ordine del Cardo. Signore del Castello di Salisgrave, 25° Lord di Cape Cliff, 19° Conte di Salisgrave, per citarlo con i suoi titoli completi, è molto più anziano di quanto la sua apparenza faccia pensare e la sua giovinezza è frutto della magia.

Siede nel suo studio con gli occhi chiusi, volgendo le spalle alla finestra da cui entra un pipistrello.

-Benvenuta nella mia umile dimora, Signora dei Vampiri.- dice senza nemmeno voltarsi.

            Lilith muta forma tornando in quella umana e replica:

-La tua dimora è tutt’altro che umile, mago. Vedo che stai molto meglio dell’ultima volta che ci siamo visti.-

-Che mago sarei se non fossi in grado di guarire me stesso?- replica affabilmente Salisgrave –Che posso fare per te, Lilith Dracula? In cosa potrei mai fare io, un mediocre mago delle Highlands per la Regina di tutti i vampiri d’Occidente?-

-Smettila con la commedia dell’umiltà, tanto per cominciare. Mi servono alleati: hai ancora a disposizione la tua legioni di mostri?-

-I miei Supernaturals? Ahimè ho sciolto quel gruppo ma posso richiamarne alcuni all’occorrenza.-

-Allora fallo. Lascia da parte quelli col cuore più tenero e prendi solo quelli che non hanno remore a versare sangue e strappare la carne viva del nemico e di chiunque si trovi sul loro cammino.-

-Posso farlo, ma… per dirla francamente: perché dovrei? che me ne viene?-

            Sul bel volto della figlia di Dracula, si disegna un sorriso maligno.

-E se ti dessi una supervampira come schiava per farne ciò che vuoi, che mi diresti?- chiede.

            Un analogo sogghigno appare sul volto di Salisgrave mentre risponde:

-Direi che è un equo scambio. Si può fare.-

 

            Hanno camminato nell’erba alta sempre con la sensazione di avere qualcuno… o meglio: qualcosa… alle loro spalle. Più di una volta si sono girati per controllare senza però vedere niente. Tuttavia Blade è preoccupato e lo sguardo di Marie Laveau non lo rassicura. Qualunque cosa spaventi Marie Laveau, una che è stata al cospetto di uno dei Grandi Antichi ed è sopravvissuta all’esperienza, deve essere preso seriamente.

            Improvvisamente lo sente. Dapprima crede di esserselo immaginato ma a quanto pare anche Marie Laveau l’ha sentito e poi Donna Garth chiede:

-Cos’è?-

            Un sibilo, sottile, quasi inudibile all’inizio, poi sempre più distinguibile per quanto lontano... forse qualcosa che striscia.

-Un serpente?- chiede Jason Adamson.

-Non so…- borbotta Wayne Logan –Non credo che un serpente normale farebbe un rumore così.-

-Un serpente normale.- mormora Rebecca Adamson.

            In lontananza gli steli d’erba si piegano in modo innaturale.

-C’è qualcosa laggiù!- urla Rebecca –Ma perché non lo vediamo? Perché?-

            Blade vorrebbe avere una risposta ma la verità è che non sa cosa dire se non…

-Correte! Correte più forte che potete.-

            Ma basterà?

 

            Rachel Van Helsing si sveglia dalla catalessi e scopre che il dolore al braccio sinistro è più forte che mai. Il maledetto proiettile d’argento è ancora nella spalla e continuerà a darle dolore finché non sarà tolto. Non ha scelta: deve trovare un medico e costringerlo ad estrarlo… ma prima deve ristorare le sue forze. Ha bisogno di sangue, molto sangue e tanto peggio per chi incontrerà sulla sua strada.

            Con più fatica del solito si tramuta in pipistrello e prende un volo un po’ stentato.

 

 

4.

 

 

            Le sembra di volare… no: più esattamente di fluttuare… da sempre. Per certi versi è una bella sensazione: è libera da ogni preoccupazione e sofferenza ma sente che sarebbe sbagliato che non può abbandonare i suoi amici.

“Kate”

            Ha davvero udito qualcuno che la chiamava? Perché quello era il suo nome non è vero? Lei si chiama Kate… Katherine Fraser.

“Kate mi senti?”

            Davanti a lei, nel buio assoluto in cui si trova è apparsa una figura di donna bianca come un fantasma. Le parole non sembrano nemmeno uscirle dalla bocca ma raggiungerle direttamente la mente.

“Lo sai chi sono?”

            Solo pochi istanti prima non avrebbe saputo rispondere a quella semplice domanda, aveva dimenticato perfino se stessa ma ora quel nome arriva spontaneo a Kate Fraser:

“Victoria… sei Victoria Bentley…la maga.”

“Brava… ora prendi la mia mano e ti porterò fuori da qui… a casa.”

“A casa… sì.”

            Kate allunga la mano. Non c’è bisogno che l’altra le spieghi niente: sa già che anche se entrambe sono solo spiriti immateriali, le loro mani si toccheranno se loro credono che possono farlo e quando accadrà

            Con un grido Kate Fraser spalanca gli occhi. Le ci vuole solo un attimo per capire di essere in un letto di ospedale accanto al quale è seduta una sorridente Victoria Bentley.

-Bentornata Kate.- le dice.

            Kate ricambia il sorriso e si mette a sedere sul letto.

-Dove sono i miei abiti?- chiede –Devo uscire da qui subito.-

-Non glielo consiglio Miss…- interviene un giovane medico -… ha subito un grave shock e dobbiamo farle altri esami.-

-Ispettore.- replica con durezza Kate –Non Miss, ma Ispettore Detective Katherine Fraser ed a meno che non voglia legarmi al letto, me ne andrò non appena avrò recuperato i miei vestiti.-

-Che c’è?- chiede una perplessa Victoria.

-Devo… no: dobbiamo entrambe… vedere Frank Drake… subito.-

 

            Taj Nital apre la porta della stanza da letto di Frank Drake poco dopo l’alba e trova il padrone di casa svenuto sul pavimento.

            Con una delicatezza che stupirebbe molti in un uomo della sua stazza l’Indiano solleva Drake e lo porta sul letto.

            Nel vano della porta una donna anch’essa Indiana spinge all’interno la sedia a rotelle su cui è costretta da quando anni prima, le sue gambe furono amputate dopo un assalto di vampiri al suo villaggio in India.

-Sta bene?- chiede.

            Taj sta per risponderle col linguaggio dei segni quando Drake emette un flebile lamento. Sorride nel riconoscere l’alleato e dice:

-Taj… amico mio… ce l’abbiamo fatta: Dracula non è fuggito.-

            Le mani di Taj si muovono rapide mentre Frank si mette a sedere.

-Cosa ricordo di quel che è accaduto mentre Dracula era… in controllo? È difficile da spiegare… era come guardare le cose attraverso uno specchio distorto o oscurato dalla nebbia. Le parole mi arrivavano come se venissero da una radio mal sintonizzata e sentivo un’altra presenza con me.... Hannibal King… ma non potevo vederlo. Era frustrante ma anche esaltante perché per la prima volta ho avuto la consapevolezza che posso controllare il mio antenato… che io e King possiamo farlo assieme.-

            Taj scuote la testa: spera che sia vero e non una fantasia

 

            Gli sembra che abbiano corso per un’eternità, i muscoli gli dolgono ma non si ferma e non si volta neppure un istante, finché non ode il grido di Donna Garth e solo allora Blade si gira verso la sua compagna.

-Che c’è?- chiede, cercando di non mostrare preoccupazione.

-Ho inciampato e sono caduta, ecco che c’è.- replica lei mentre si rimette in piedi -Ahh!-

            La smorfia di dolore nel suo volto è evidente. Prova a camminare ma cadrebbe subito se non ci fosse Blade a sostenerla.

-Devo essermi storta la caviglia… o forse l’ho rotta. In ogni caso non posso correre.-

            Tra il mare d’erba alle loro spalle qualcosa si muove, qualcosa di invisibile e pericoloso.

-Andate via.- dice la ragazza –Lasciatemi al mio destino e pensate a salvarvi.-

            Blade non ha bisogno di riflettere prima di rispondere:

-Non se ne parla nemmeno.- si rivolge agli altri del gruppo –Voi andate, io resto con lei.-

            Prima che qualcuno possa ribattere qualcosa Simon Garth, lo Zombie, nonché padre di Donna, avanza mettendosi davanti a loro.

            Tra l’erba qualcosa è sempre più vicino.

 

 

5.

 

 

            La notte è finita ed è ora per le creature della notte di tornare a riposare nei loro giacigli.

            Una stanca Rachel Van Helsing si approssima alla sua tomba. Il sangue di cui si è nutrita stanotte ha rigenerato le sue forze ma l’argento del proiettile nella sua spalla continua a fare il suo nefasto e velenoso effetto.

            Deve a tutti i costi trovare un dottore e costringerlo a rimuoverlo. Ci penserà domani si dice un attimo prima di ripiombare in un sonno forse senza sogni.

 

            Emerge quasi dal nulla. Un attimo prima sembrava che non ci fosse nulla, poi eccolo ergersi davanti a loro: un serpente antropomorfo decisamente gigantesco.

            Non sanno dire se odono le parole uscire davvero dalla sua bocca o se arrivano direttamente alle loro menti, quel che è certo è che le odono nella loro lingua… una lingua che non esisterà ancora per milioni di anni:

-La caccia è finita.-

-Chi... chi sei?- chiede quasi senza pensarci Donna Garth.

-Io sono Sligguth, progenie di Set… e voi…voi siete il mio pasto.-

            Semplice e diretto, pensa Blade. Non basteranno i suoi coltelli di legno a fermarlo, questo è certo.

            La creatura avanza verso di loro e Lo Zombie scatta afferrandolo alla vita.

-Tu non sei come gli altri… non c’è vita in te. Sei inutile per me.-

            Senza sforzo apparente l’essere chiamato Sligguth si libera della presa ed afferra Simon Garth per poi scagliarlo lontano come una bambola di pezza.

-Papà!- urla istintivamente Donna.

            E questo conferma che siamo davvero nei guai, pensa Blade, beh… se devo morire non lo farò certo senza combattere.

 

            La giovane donna si imbarca sul volo British Airways diretto a Londra ed in breve dal suo finestrino osserva l’Aeroporto Internazionale di Los Angeles allontanarsi sempre di più.

            Mentre appoggia la testa sulla poltroncina Lissa Russell prova a rilassarsi e a godersi il viaggio.

 

 

FINE CINQUANTAQUATTRESIMO EPISODIO

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Solo poche cose da dire:

1)     Sir Victor Salisgrave, Cavaliere dell’Ordine della Giarrettiera e dell’Ordine del Cardo. Signore del Castello di Salisgrave, 25° Lord di Cape Cliff, 19° Conte di Salisgrave (citiamolo con i suoi titoli completi, non è il tipo che è bene offendere -_^) è un personaggio creato da Valerio Pastore per la serie MIT Supernaturals che ritorna tra noi dopo una lunga assenza.

2)     Sligguth è un antico demone creato da Robert E. Howard e nominato in saggi e racconti. È stato adattato per l’Universo Marvel da Roy Thomas ed è apparso per la prima volta su Marvel Premiere #4 datato settembre 1972.

3)     Chi è Lissa Russell? Dovreste ben saperlo, ma se l’avete dimenticato, la vostra memoria sarà rinfrescata nel prossimo episodio.

4)     Qual è il vero gioco di Danielle Seward? Ha qualcosa in mente o agisce solo per ignoranza delle conseguenze? Non pretenderete certo che ve lo dica, vero?

Nel prossimo episodio… tanta carne al fuoco. Scoprite da voi quanta. -_^

 

 

Carlo



[1] Nello scorso episodio.

[2] Nell’episodio #49.